lunedì 2 giugno 2014

STORIA DELL'ASSISTENZA PSICHIATRICA: L'ergoterapia

Vita e lavoro all'interno dei manicomi.
Buona lettura!


Ex manicomio di S. Niccolò. Siena.
Al loro arrivo in ospedale i ricoverati, almeno quelli più poveri, venivano spogliati dei loro abiti, che venivano deposti nella fagotteria e restituiti poi all'uscita o venduti al momento della morte. La vita degli esordi era sancita da pochi momenti rituali religiosi o ricreativi, come la propagandistica passeggiata per la città, e da pochi momenti di cura rimasti essenzialmente immutati ancora agli inizi dell'Ottocento. La vita manicomiale era basata su regole di ferrea disciplina e comprendenti svaghi, ma soprattutto lavoro. Uno dei capisaldi dell’“educazione manicomiale” era costituito dal gioco di premi, punizioni, minacce attraverso il quale si sarebbe dovuto ristabilire la “sanità mentale”.
L’attuazione di questo complesso sistema educativo, volto ad instillare nei ricoverati principi di autodisciplina poteva trovare attuazione solo in un regime “paterno ed assoluto”, a capo del quale era posto il medico Direttore.
Fin dagli esordi le donne filavano la stoppa; con la nuova "terapia morale" le malate venivano impiegate, oltre che nella tessenda, nel guardaroba, nelle cucine e nella lavanderia, gli uomini nel lavoro agricolo e in attività operaie. Il lavoro a costo zero del paziente, viene elevato a rango di vera e propria cura ( una sorta di "Arbeit macht Frei" di hitleriana memoria..).
Gli alienati, classificati in base al loro comportamento, una volta entrati tendevano a non uscire dall'istituzione totale, che li poteva accogliere bambini e che guidava gerarchicamente e paternalisticamente il cammino di cura, di lavoro e di svago. I laboratori dei malati, i loro manufatti, le feste nel teatro, la biblioteca e le rare scampagnate facevano del manicomio una "macchina educativa" che inseriva l'ergoterapia nel lungo percorso di sofferenza. Il comportamento morale era oggetto di rigoroso controllo da parte degli infermieri terapeuti, che applicavano sul lavoro i rigidi principi che regolavano la società civile.
A cavallo dei due secoli, la teorizzazione dell'ergoterapia risolve un conflitto irrisolto tra pauperismo, recupero dell'emarginazione e nuova dimensione produttiva.
Calandoci nel vissuto di chi era ricoverato, ecco la testimonianza di una donna:
“Finché lavoravo le infermiere erano buone ma quando non lavoravo mi trattavano come una bestia. La mattina, quando mi alzavo, spesso mi sentivo svenire e dovevo restare a letto. E quelle mattine che non me la sentivo di lavorare le infermiere mi offendevano. Magari non picchiavano ma offendevano e le offese fanno più male delle botte. Mi facevano lavorare per forza ma pagare non è che mi pagassero: mi sfruttavano e basta.”

Claudia Giovannelli, Infermiera CSM Aprilia, USL Latina


Vedi anche: 

Indice:
Epoca pre-Basaglia -Tentativi terapeutici nella storia -L’elettoshock -La psicochirurgia -La piretoterapia malarica -L'Ergoterapia -La contenzione -L’avvento degli psicofarmaci -La questione etica in Psichiatria -Epoca post-Basaglia.

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